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85 HAO CHUAN - www.freemovinginternalarts.it

“Divertiti. Ricorda, amico mio,
di goderti il progetto così come
il suo risultato perché la vita
è troppo breve per riempirla
di energia negativa”.
(Bruce Lee)
                           
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85 HAO CHUAN

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HAO CHUAN system - il combattimento sciolto
Hao Chuan, quello sconosciuto!”
Si, perché la maggior parte dei praticanti e degli insegnanti non conoscono l’Hao Chuan.
L’essere umano “civilizzato” ha perso la capacità di combattere e ha creato, per colmare questo “buco”, le tecniche che non esistono in natura.
Ci Basti guardare gli animali, per notare come essi sanno combattere senza avere una tecnica.
La tecnica è un limite, è una gabbia e non ti permette di utilizzare il corpo in maniera naturale e di adattarlo nel miglior modo possibile a ciò che sta accadendo nel momento presente.
L’uomo ha creato le tecniche di “difesa” ma, in natura, non esiste “difesa” ma solo un “contro-attacco” fatto di istinto e di gesti spontanei e naturali.

La “difesa” è da intendersi soltanto come un non essere i primi ad attaccare, ovvero ci stiamo difendendo da un attacco, ma non lo dobbiamo fare difendendoci, ma proprio come dice il detto: “l’attacco è la miglior difesa”.
Dobbiamo tornare ad essere un po’ “animali” e fare ciò che va fatto, senza pensare.
Quando siamo attaccati veramente non c’è tempo per la tecnica.
Guardate gli animali (i miei più grandi maestri non sono stati gli uomini, ma i documentari di National Geographic) quando combattono o semplicemente si muovono usano tutto il corpo. Un animale si muove in maniera totale ecco perché è “potente” e cerca sempre la miglior posizione per attaccare. È il momento, l’attacco stesso che ci dice cosa dobbiamo fare, non possiamo prevederlo ma possiamo anticiparlo.
L’uomo moderno è diventato troppo “mentale” ma con la mente non si può combattere, con la tecnica funziona soltanto il “combattimento da Dojo”. Dobbiamo invece usare tutto il corpo e la NON-MENTE.
Ogni parte è connessa all’altra e quando usiamo il corpo secondo i principi naturali possiamo utilizzare la FORZA PESO (la Forza esercitata sui corpi presenti nel campo gravitazionale di un oggetto di grande massa), ovvero il “cadere”.
Il nostro baricentro cade e la FORZA PESO viene canalizzata dai piedi e poi la si dirige dove si vuole: mani, spalle, gomiti, ecc…
Perciò per reimparare a combattere dobbiamo imparare a “cadere” mantenendoci morbidi, agili e rilassati e dobbiamo usare la visione dell’aquila, ovvero la visione periferica.
Trovare il ritmo, l’equilibrio, il timing, la coordinazione, il “sentire” (tatto) ovvero la capacità di “ascoltare”la FORZA (esattamente come nel film Guerre Stellari). Aderire alla forza, seguire la forza, esplodere la forza.
Tecnica e forza fisica ci limitano e ci rendono impacciati e rigidi.
Senza attivazione del “rettiliano” non posiamo combattere perché senza la “ferocia” rimaniamo deboli ed indifesi.
“Andare avanti anche quando andiamo indietro” dico sempre a miei allievi.
Consapevolezza su di noi, sull’avversario e sul terzo elemento ovvero il territorio.
“Se l’avversario è fermo, io sono fermo; se l’avversario si muove piano, io mi muovo piano; ma se l’Avversario si muove velocemente, io lo anticipo”, ovvero essere già in movimento quando lui si muove.
Diventare come “ombra”: abbastanza vicino per far si che lui non possa scappare e abbastanza lontano così che lui non possa prenderci.
Fluire e adattarsi come l’acqua.
Lo studio della “forma movimento” è importantissimo, ma l’importante è comprendere che la “forma” deve rimanere uno strumento e non il fine. La “forma” è come una grande “mappa del tesoro” dove possiamo trovare molte informazioni.
Dobbiamo praticarla con un intento ben preciso, ovvero immaginare che stiamo combattendo con un avversario (o più  avversari meglio ancora) immaginario, dobbiamo farlo come se fosse reale (PER LA MENTE TUTTO è REALE).
Occorre una “mente giusta” per poter comprendere a fondo le arti marziali, infatti il 95% dei praticanti è ben lontano dal comprenderne l’essenza. Non dovete pensare al combattimento come alle gare sportive che siete abituati a vedere, con punti, arbitri, premi e regole.
Il combattimento come era inteso fino ad un secolo fa, oggi è fuori luogo se non in certi contesti e non ci sarebbe più nemmeno la mentalità (ovviamente non ovunque nel mondo).
Molti allora mi chiedono: “perché studiare un’arte marziale così tanto feroce e letale?
La risposta è semplice: “quando studi un’arte marziale che prevede un durissimo allenamento, l’acquisizione di conoscenza letali e che fa risvegliare un ”power” interiore, non è ai soli fini del combattimento, ma per poter gestire al meglio ogni situazione di vita quotidiana, quando siamo sotto pressione, per poter aver un equilibrio psico/fisico, un maggior autocontrollo, imparare il rispetto di sé e degli altri.
Chi affronta un addestramento al Tai Chi Chuan con tutti i canoni dell’originale allenamento, troverà senz’altro un più profondo approccio che stimolerà in maniera totale il corpo, la mente e lo spirito.
Con l’approccio autentico e non le derivazioni moderne, ovvero con Qi Gong esterni (potenziamento di muscoli, ossa, tendini, articolazioni) ed interni (per equilibrio, coordinazione, precisione, ritmo, reattivo).
L’intenzione della mente che interessa e non il ragionamento. La “forma mentis” dell’artista marziale dovrebbe essere la capacità di usare tutte le parti del corpo insieme e, insieme alla mente, attraverso il respiro, farlo funzionare in maniera spontanea e naturale proprio come quello degli animali, e come dico sempre “non simulare, ma diventare!”
L’intento muove il Qi, per questo è importante avere una mente libera e calma aiuta ad avere più Qi che si traduce nell’avere più potenza, resistenza e fluidità nel corpo.
L’HAO CHUAN è efficace al contrario del Tai Chi Chuan moderno, e badate bene non sto cadendo nel solito tranello de: “il mio stile è migliore di un altro” (chi lo fa dimostra di non aver compreso l’essenza delle arti marziali), perché come ho già scritto in un altro articolo e che ripeto sempre ai miei allievi: “la differenza non la fa lo stile, ma colui che si allena, quanto si allena e come si allena”, qui sto invece sottolineando che all’interno del Tai Chi Chuan troviamo due aspetti: uno moderno, annacquato, soft, il più praticato, un Tai Chi Chuan da Dojo che non funziona e non è efficace per la strada e in combattimento fatto di “tira e spingi” e leve (Chin Na). L’altro, originale, durissimo, praticato da pochissimi ed efficace.
Non è il conflitto o lo scontro fisico lo scopo di un vero praticante, ma risolvere i conflitti interiore e domare i demoni della paura, della rabbia e dell’odio. La violenza nel mondo è figlia sia del rancore e delle emozioni negative represse e del buonismo e del falso amore. Bisogna imparare a gestire e canalizzare tutta la forza per il bene comune e allora la vera pace, la vera libertà sgorgheranno naturalmente.
Sviluppare la pazienza, la calma, ritornare a giocare (ritornare ad essere come bambini) e lasciare andare le preoccupazioni, le ansie e la paura.
          
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conter12
e-mail: ilfreeman66@gmail.com
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