76 TAI CHI CHUAN – PA KUA CHANG e l’ IMPROVISED COMBAT
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La regola numero UNO in un combattimento o quando sei attaccato è:
NON INDIETREGGIARE MAI.
In molti stili di arti marziali e anche in quel Tai Chi Chuan “annacquato”, molti
“PSEUDO MAESTRI” insegnano ad indietreggiare, beh questo è “stupido” e così
inefficace che rischi veramente grosso.
Chi attacca in special modo sulla strada si aspetta senz’altro un
nostro indietreggiare, perché questo è un condizionamento di una mente non bene
addestrata (per questo continuo ad insistere che almeno il 95% di chi pratica
arti marziali non pratica veramente arti marziali, ma solo un surrogato), la
reazione di una persona normale quando è attaccata è infatti di andare indietro.
Questo mette l’aggressore in vantaggio in diversi modi, uno tra questi è che
sapendo che l’aggredito se ne andrà indietro, egli sa già cosa deve fare,
questo perché l’aggredito fa un qualcosa di prevedibile. Ma se noi avanziamo
sarà preso alla sprovvista.
Di solito colui che attacca sta aspettando che tu ti muova proprio
dove lui si aspetta e così potrà continuare il suo attacco. Quindi la miglior
strategia è CONTRO-ATTACCARE
l’attacco dell’altro.
Occorre già in allenamento creare delle situazioni più reali
possibili.
La regola numero DUE in un combattimento è: MAI OPPORRE LA PROPRIA FORZA CONTRO QUELLA DELL’AVVERSARIO, crea
invece un “angolo d’attacco”. In gergo tecnico si dice: “movimento a V” e l’angolo d’attacco che si viene a creare genera
una potenza di “fuoco” maggiore. Avrai più controllo, la giusta distanza e con
il tempo e la pratica riuscirai ad utilizzare la forza dell’avversario contro
di lui.
La regola numero TRE in un combattimento è: NON CONTRO-ATTACCARE MAI LA PARTE DEL COPRO CON CUI L’AVVERSARIO TI STA
ATTACANDO, ma contro-attacca l’intero corpo. Molti praticanti e “maestri”
tendono a restare fermi quando arriva un attacco, bloccano il braccio con una
parata o una presa ma non si muovono
verso l’attaccante.
La regola numero QUATTRO in un combattimento è: NON FISSARE GLI OCCHI SULL’ARTO CHE STA
ATTACANDO, ma mantieni una visione periferica la così detta “visione dell’aquila”. Occorre muoversi
quando il corpo dell’avversario accenna anche il più piccolo movimento, senza
aspettare che si muovano i suoi arti.
Anticipare senza preoccuparsi di ciò che lui farà, in quanto il
nostro muoverci verso di lui e il suo attacco , lo metterà di certo in una
situazione svantaggiosa. L’uomo è abituato a mettere a fuoco la vista perdendo
così la visione d’insieme, periferica. Quando un rapace sta cacciando, non
mette a fuoco la preda, ma guarda tutto lo spazio in torno ad essa. Così nel
combattimento, occorre guardare l’intero corpo dell’avversario e lo spazio in
torno a lui, questo vi permetterà di muovervi in maniera istintuale, anticiperà
l’azione dell’avversario e senza pensare (NO-MENTE)
farete la “mossa” giusta.
La regola numero CINQUE in combattimento è: NON DIVIDERTI MAI TRA ATTACCO E DIFESA. Trova la difesa
nell’attacco e l’attacco nella difesa. Difesa e attacco devono essere una sola
cosa ed egli non avrà il tempo ne di pensare ne di agire. Il 95% dei praticanti
e dei combattenti quando fanno solo una parata o un bloccaggio per poi
attaccare con un pugno o un calcio, ma questa azione per quanto veloce da
“tempo e spazio” di azione all’avversario. Ma un vero combattente che ha imparato
dai “principi” cambia il solito modo di combattere, ovvero “inverte le regole”.
Questo è uno dei “principi”del FREE MOVING INTERNAL ARTS. Attaccare o difendere come normalmente la
gente fa è un stare nelle regole oppure andare contro le regole, ma quando
difendiamo e nello stesso tempo attacchiamo e viceversa abbiamo invertito le
regole del gioco. Questo ci porta alla prossima regola.
La regola numero SEI in un combattimento è: PORTARE VIA SPAZIO, TEMPO ED ENERGIA ALL’AVVERSARIO.
Moltissimi praticanti anche avanzati pensano e credono che un
pugno sia meglio che un’altro pugno (karate meglio che Wing Chun o viceversa)
ma ragionando in termini di tecnica è sbagliato e non ha senso, perché dipende
sempre da chi sferra il pugno, da quanta energia ci mette e dipende dallo
spazio e dal tempo. Un pugno di un qualsiasi stile se allenato quattro o cinque
ore al giorno sarà senz’altro più efficace di un pugno allenato qualche ore a
settimana.
La regola numero SETTE in un combattimento è: NON USARE PRESE E BLOCCHI. Queste tecniche funzionano solo nel Dojo o al massimo in qualche gara dove
le regole del gioco prevedono questo tipo di approccio, ma in una reale
situazioni le prese o blocchi non funzionano mai, e chi ha provato la strada lo
sa, ma la maggior parte dei “maestri”di Tai
Chi Chuan o degli altri stili non ha mai assaggiato la strada perciò non sa
nemmeno di quello che sto parlando.
Prese e blocchi possono essere utili solo dopo aver messo fuori
gioco l’attaccante, ma se gli attaccanti sono più di uno capite che è
“stupido”, perché mentre ne blocco uno l’altro mi attaccherà. Se poi è armato,
prese e blocchi diventano ancora più malsani. Poi ci sono “maestri” che
insegnano dei bloccaggi su attacchi armati, beh un consiglio spassionato:
“prendete e andatevene a gambe levate”. Se mai dovesse capitarvi una situazione
del genere ricordatevi sempre questa regola: “SCHIVA e COLPISCI nello stesso istante”.
La regola numero OTTO in un combattimento è: NON SPINGERE E NON TIRARE. Vediamo spesso maestri di Tai Chi Chuan, più o meno famosi, cimentarsi
in tecniche che prevedono lo “spingere “ e il “tirare” ma questo deriva da un
errore alla base e cioè l’ idea sbagliata che la tecnica chiamata le "mani
che spingono" o Tui Shou, sia un'arte marziale o una
tecnica di combattimento. Invece è solo uno strumento che ci da delle abilità
come: distribuire i pesi, l’equilibrio, la sensibilità, il tempismo, il “sentire” l’avversario sia fisicamente sia
la sua intenzione.
Utilizzare o insegnare il Tui
Shou come tecnica di autodifesa è “stupido” oltre che determinare la poca
conoscenza del Tai Chi Chuan da
parte dell’insegnante.
Un consiglio spassionato?
Lasciate subito perdere una scuola dove c’è un “maestro” del
genere!
La regola numero NOVE in un combattimento è: COMBATTI CON LE MANI E STAI IN PIEDI CON LE GAMBE.
Condizionati dai film molti praticanti vogliono utilizzare i calci
spettacolari come arma da difesa, ma usare i calci porta numerosi svantaggi
come ad esempio: la perdita di equilibrio e la perdita di stabilità. Un
“maestro” un giorno mi disse:”il calcio più alto che puoi dare è in testa
all’avversario … quando è sdraiato per terra!”
Usate braccia e mani per combattere e se necessario usa i calci
soltanto fino all’altezza del ginocchio, e non farlo mai con la gamba
posteriore. Il calcio segue le stesse regole del pugno, se caricato sarà
potente ma prevedibile, perciò sia pugni che calci non devono seguire la via
della potenza, ma della precisione, devono colpire non in potenza ma nel punto
giusto.
La regola numero DIECI in un combattimento è: “TUTTO IL CORPO E’ MANO”, perciò non
usate gli arti ma tutto il corpo.
E ricordatevi sempre che:“i
pugni si danno con la testa e non con le mani!”
Stefano Bernacchi
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