71 IMPEGNO COSTANZA E DISCIPLINA
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Il Tai Chi Chuan
è un’arte marziale, è una disciplina che richiede impegno e costanza. La
pratica quotidiana è necessaria perchè non ci sono scorciatoie.
“Non esistono i
segreti per la pratica,ma la pratica è il segreto”. Possiamo dire che la
disciplina e la costanza sono gli unici veri “segreti” .
La maestria si raggiunge quando tutti i giorni siamo
sul”pezzo”. Occorre attivare l’intelligenza corporea e questa porta la vera
conoscenza. Per comprendere i PRINCIPI
fondamentali del Tai Chi Chuan
occorre passare la CONOSCENZA.
Per avere la CONOSCENZA
occorre passare attraverso la teoria,la filosofia, ma soprattutto la pratica,
perché è proprio quest’ultima che ci porta a sperimentare perciò fare
esperienza. Tutto questo ci porta ad una “nuova coscienza di movimento” e
quando conoscenza e coscienza si fondono nasce la consapevolezza.
Non è mai una
questione di FORMA ma di SOSTANZA.
Come dicevo, il Tai Chi Chuan richiede una pratica
quotidiana, dove corpo e mente danzano insieme. Gli antichi maestri ci hanno
sempre parlato di “ripetizioni”, ripetere migliaia di volte un movimento lo
rende fluido e tutta la struttura prende “forma”. Ecco perché la costanza è
importante.
Occorre pazienza, la maestria in un arte o un mestiere non
si ottiene con il “saldi”, ma è il risultato di studio e pratica. Occorre
metabolizzare ogni singolo movimento per raggiungere l’essenza ovvero la
maestria. Attraverso la pratica “smussiamo gli angoli” e ritroviamo il
movimento naturale e spontaneo (FREE
MOVING) e possiamo far riemergere le abilità dentro di noi. Con impegno,
costanza e pazienza, si può raggiungere
un livello di armonia e comprensione che va oltre la mera tecnica e le forme.
La “forma”è un indicazione, proprio
come un indicazione stradale: “la forma informa”, ma la forma deve anche
liberare la non forma.
Ovviamente ci sono enormi differenze tra le forme antiche
originali e le “forme nuove”, ma senz’altro l’errore non è tanto in questa o
quella forma ma piuttosto nell’intento di come la si esegue. Occorre
interiorizzare la forma e renderla propria.
Occorre un lungo lavoro, paziente che porta alla
comprensione dei movimenti ed adattarli poi al proprio corpo e al proprio
spirito.
Stefano Bernacchi
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