129 Tai Chi Chuan e problemi agli otoliti: un confronto e una sinergia
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Il rapporto tra articolazioni mobili e stabili
è un concetto fondamentale nella pratica di discipline come il Tai Chi Chuan, le arti marziali, lo yoga e
tutte le attività psicofisiche.
Comprendere e applicare questa relazione non solo migliora l’efficacia della
pratica, ma anche la sicurezza e la consapevolezza corporea.
Articolazioni
mobili e stabili: una panoramica
Le articolazioni del corpo umano possono
essere classificate in due categorie principali in base alla loro funzione:
1. Articolazioni
mobili (mobilità): Queste articolazioni hanno una maggiore libertà di
movimento e permettono una vasta gamma di movimenti. Esempi: le spalle, le
anche e i polsi.
2. Articolazioni
stabili (stabilità): Queste articolazioni offrono supporto e struttura al
corpo, limitando il movimento e fornendo una base sicura. Esempi: le ginocchia,
la parte bassa della schiena (zona lombare) e i gomiti.
La stabilità e la mobilità non sono opposti,
ma complementari: ogni articolazione svolge il proprio ruolo per mantenere il
corpo equilibrato.
Il concetto nella pratica del Tai Chi Chuan
Nel Tai
Chi Chuan, l’equilibrio tra stabilità e mobilità è centrale. Questa
disciplina si basa su movimenti fluidi, continui e controllati, che richiedono
un costante scambio tra radicamento (stabilità) e leggerezza (mobilità).
Articolazioni stabili:
Le ginocchia devono rimanere stabili per
sostenere il peso del corpo durante i cambi di postura.
La zona lombare (il bacino) funge da centro di
stabilità, permettendo al praticante di mantenere l’equilibrio mentre si muove.
Articolazioni mobili:
Le anche devono essere mobili per consentire
una rotazione fluida del bacino e un’ampia gamma di movimenti.
Le spalle devono mantenere la loro mobilità
per eseguire gesti morbidi e circolari, in armonia con il respiro.
Un errore comune nel Tai Chi Chuan è confondere la stabilità con la rigidità: le
articolazioni stabili non devono essere bloccate, ma attive e pronte ad
adattarsi.
Il rapporto nelle arti marziali
Nelle arti marziali, la relazione tra
articolazioni mobili e stabili è essenziale per generare potenza, velocità e
precisione.
Articolazioni stabili:
La stabilità delle ginocchia e dei piedi è
cruciale per mantenere una posizione salda durante l’attacco o la difesa. Ad
esempio, nella posizione del cavaliere (horse stance), la stabilità delle
ginocchia permette di assorbire e trasferire forza.
La colonna vertebrale deve rimanere stabile
per proteggere il praticante da infortuni e per consentire una trasmissione
efficace della forza.
Articolazioni mobili:
Le anche e le spalle devono essere mobili per
consentire movimenti esplosivi e precisi, come calci alti o pugni veloci.
I polsi devono essere mobili ma controllati
per adattarsi agli angoli di attacco e migliorare la precisione.
La capacità di alternare mobilità e stabilità
è particolarmente evidente nelle tecniche di proiezione e nelle schivate, dove
il corpo si muove rapidamente tra il radicamento e il rilassamento.
Il rapporto nello yoga
Nello yoga, il bilanciamento tra mobilità e
stabilità è altrettanto cruciale, poiché molte posizioni (asana) richiedono di
armonizzare flessibilità e forza.
Articolazioni stabili:
La stabilità delle ginocchia è fondamentale in
posizioni come il Guerriero (Virabhadrasana) per evitare infortuni e mantenere
l’allineamento.
La zona lombare deve essere stabile per
sostenere posizioni come il cane a faccia in giù (Adho Mukha Svanasana).
Articolazioni mobili:
Le anche richiedono mobilità per posizioni
come il loto (Padmasana) o la spaccata (Hanumanasana).
Le spalle necessitano di mobilità per
posizioni come la ruota (Chakrasana), evitando però di iperestendere o
sovraccaricare l’articolazione.
Nello yoga, una mancanza di equilibrio tra
mobilità e stabilità può portare a sovraccarichi o lesioni. Ad esempio, una
spalla troppo mobile ma non stabile può cedere in posizioni di carico.
Il rapporto in altre discipline del corpo
Anche altre discipline come la danza, il
Pilates o il fitness richiedono un’attenta gestione di mobilità e stabilità. La
chiave è lavorare in modo funzionale:
Allenare le articolazioni mobili con esercizi
di flessibilità e mobilizzazione.
Rafforzare le articolazioni stabili con
esercizi di forza e controllo.
Linee guida pratiche per un corretto
equilibrio
1. Consapevolezza: Prima di iniziare qualsiasi
attività, valuta le tue articolazioni. Ad esempio, una spalla rigida richiederà
maggiore mobilità, mentre una ginocchia ipermobile necessiterà di più
stabilità.
2. Progressione graduale: Non forzare le
articolazioni mobili e non rigidire quelle stabili. Cerca un equilibrio
naturale.
3. Esercizi specifici: Combina esercizi di
mobilità (come il lavoro con il foam roller o il Tai Chi) con esercizi di
stabilità (come il plank o le posizioni statiche nello yoga).
4. Respirazione: Una respirazione consapevole
aiuta a mantenere rilassate le articolazioni mobili e attive quelle stabili.
Conclusione
Il rapporto tra articolazioni mobili e stabili
è alla base di una pratica sicura ed efficace. Qualunque sia la disciplina
praticata, ricordare questo equilibrio migliora la consapevolezza del corpo,
previene infortuni e apre la strada a un movimento più armonioso e naturale.
Stefano Bernacchi
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