82 MEGLIO OGGI O IERI?
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“Se non siete
disposti al sacrificio e ad allenarvi con impegno e fatica costante, sarà
meglio per voi che vi prendiate una guardia del corpo”. Bruce Lee
Tutto sta evolvendo e coloro che rimangono intrappolati
nella tradizione sono come coloro che hanno costruito una cella dorata e si
credono liberi.
Non esistono stili migliori o peggiori, esistono solo metodi
elementari e metodi avanzati all’interno dello stesso stile.
Meglio il pugno del Wing
Chun o del karate, o del Tai Chi Chuan?
Non c’è un meglio o un peggio, c’è solo come tu evolvi nella
tradizione e quanto alleni quel pugno!
La tradizione sono le fondamenta ma poi occorre sviluppare
un nuovo modo di interpretare la tradizione, la musica ci da un esempio ben
preciso: le fondamenta sono le note, le pause, il ritmo, l’armonia, il
solfeggio e le scale musicali per allenare le dita, tutto questo per far
risorgere le abilità dentro di noi. Ma una volta imparato tutto questo,
incomincio a scrivere la mia musica altrimenti non sarò mai un’artista ma solo
un “copiatore”. Perciò molti praticano le “arti” marziali ma pochi sono dei
veri artisti!
Occorre il groove!
Occorre essere adattabili come l’acqua e avere il “non
limite come limite” (citazione di Bruce Lee).
Il risultato che un praticante di un qualsiasi stile di Kung fu o di una qualsiasi altra arte marziale deve avere è l’apertura
all’evoluzione, occorre un approccio non classico e guardare (vedendo) la
varietà di metodi e stili che oggi (negli ultimi trenta/quarant’anni) abbiamo
sotto gli occhi e da cui possiamo imparare molto riconoscendone l’essenza
comune, il denominatore comune: i “principi”.
Fino a 50/100 anni fa era impossibile,in quanto uno cresceva e moriva in un
posto e non aveva molti modi per poter sperimentare e crescere oltre la
tradizione.
Nessuno inventa nulla, dobbiamo invece”recuperare” le
antiche arti.
Dobbiamo fare un ponte che dal passato porti al presente, la
tradizione e i fondamentali, l’allenamento vero e duro del passato con un muovo
modo di vedere le cose.
Un vero maestro deve essere prima di tutto un ricercatore e
non un bravo esecutore, e ha il compito di mettere in discussione il passato
per poter migliorare continuamente.
Potremmo fare degli esempi per comprendere meglio: la
tecnologia negli ultimi 50/100 anni ha
avuto un’accelerazione impressionante nel mondo dei computer e dei telefoni,
delle auto, e in tutti gli altri settori. Le arti marziali invece hanno avuto una brusca frenata, oggi (e non
dico che è meglio o peggio, ognuno ne trae le proprie conclusioni, io parlo dal
punto di vista delle arti marziali)
la maggior parte delle diatribe tra individui vengono risolte con gli avvocati
(qualcuno può dire che siamo diventati una società più consapevole e meno
violenta, altri potrebbero dire che siamo diventati invece deboli e vigliacchi,
io dico la verità sta sempre saper vedere nel mezzo)mentre tra nazioni si
risolvono ancora con le armi ( ma questa volta sicuramente da vigliacchi con
armi da fuoco e bombe di ogni tipo che uccidono anche civili, donne, vecchi e
bambini, mentre un tempo i guerrieri si affrontavano con un combattimento corpo
a corpo con coraggio), questo ci fa capire come senz’altro prima erano più
bravi di oggi a combattere, senza regole e non come oggi fanno con le gare
sportive, sapevano morire e uccidere a mani nude o con armi da corpo a corpo.
Pensate ai gladiatori oppure anche solo alla Prima Guerra
Mondiale con l’assalto alla baionetta e non sto dicendo che è giusto, ripeto,
sto parlando dal punto di vista delle arti marziali e di quanto sono differenti
nell’efficacia tra ieri e oggi, di come in passato combattevano veramente e non per finta, perciò le arti marziali un tempo erano senz’altro meglio che oggi. Per
questo occorre da una parte recuperare quell’atteggiamento verso le arti marziali e dall’altra non rimanere
intrappolati in dogmi della tradizione, ritornando sempre allo stesso concetto
che ripeto sempre da decenni nelle mie lezioni: “c’è chi sta nelle regole e chi
va contro le regole, sembrano opposti ma in verità usano lo stesso approccio o
bianco o nero,mentre occorre avere una visione di mezzo ovvero “invertire le
regole”.
Recuperare i principi
ed adattarli con un nuovo modo di vedere, pensare ed agire. Quello che è
avvenuto invece nel 95% dei casi è stato che o c’è chi ha perso la tradizione a
favore dello sport e del New Aage e chi invece è intrappolato nei dogmi della
tradizione, entrambi hanno perso la vera efficacia, la vera essenza, e lo
vediamo in quei “maestri” che si avventurano al combattimento libero e fanno
“figuracce”, prendendone tante, muovendosi come un kick boxer riuscito male,
perdendo totalmente la capacità di stare nei movimenti essenziali dell’arte
(predicano bene ma razzolano male).
Dobbiamo (ed è ciò che ho fatto con il FREE MOVING INTERNAL
ARTS) ritrovare e recuperare non la tecnica che gli antichi facevano (questo è
quello che eseguono le arti marziali dogmatiche prigioniere della tradizione)
ma i principi e i metodi di allenamento.
I vecchi maestri e
gli antichi guerrieri non erano più
bravi perché avevano sistemi migliori, ma perché si addestravano con mentalità
diversa, per scopi diversi e per molto più tempo. Oggi allenandosi poche ore a
settimana si pretende di essere degli artisti marziali.
Solo perchè ripetono a memoria quattro “forme” si fanno
chiamare “maestro” e non hanno mai avuto un vero combattimento di
sopravvivenza.
Cerchiamo di allenarci di più e cerchiamo di farlo come lo
facevano una volta!
I miei migliori mentori sono stati inglesi, australiani,
portoricani europei e non cinesi e questo la dice lunga. Cosa voglio dire … che
quando le arti marziali “hanno incontrato l’occidente”hanno incontrato un modo
di pensare diverso, un approccio più scientifico e una fisicità diversa. Chi ha
copiato e copia solo la tradizione non tiene conto di questi fattori creando
limiti.
Potremmo essere senz’altro migliori di quelli che ci hanno
preceduto, perché oggi abbiamo possibilità che in passato non avevano, dobbiamo
solo cambiare le motivazioni e allenarci di più.
Perciò come al solito scegliete bene il maestro e buon
allenamento!
“Non esistono cattivi allievi ma solo “cattivi” maestri!
Stefano Bernacchi
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