42 TAI CHI E SPIRITUALITÀ
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La parola SPIRITUALITÀ è stata negli ultimi decenni
storpiata e abusata a tal punto da aver perso quasi del tutto il significato
più profondo e reale.
Non fai Tai Chi Chuan perché ti muovi lentamente e
non sei spirituale perché canti i mantra, fai yoga, o leggi qualche sacra
scrittura. Il grande inganno della spiritualità è penetrato profondamente in
ogni ambito della psiche dell'uomo.
La vera spiritualità è legata più al corpo (presente)
che alla mente (passato/futuro).
È percepibile, indirettamente attraverso un benessere
generale psico-fisico-energetico, con una felicità, fiducia e gratitudine di
fondo.
Ma che c’entra il Tai Chi Chuan con la SPIRITUALITÀ?
Il muoversi sempre più lentamente (tempo) e con movimenti
sempre più piccoli (spazio) man mano che il praticante evolve, annullano lo
spazio/tempo in quello che è definito WUJI, che non è come molti pensano
erroneamente all'inizio e alla fine della forma movimento, ma quel vuoto deve
accompagnare il praticante per tutto lo svolgimento di tutta la forma stessa,
perché spiritualità vuole dire presenza quindi, stare qui e adesso.
Perciò praticare il Tai Chi Chuan, camminare nella
natura, andare in certi luoghi come grotte, praticare la meditazione è prima di
tutto per il corpo, non per la mente (quello che percepisce la mente è una
sorta di "pace" in quanto per un attimo i pensieri si placano).
Perciò per concludere, possiamo dire che: la spiritualità
proprio come la meditazione o il Tai Chi sono STATI dell'essere e
“accadono” (si giunge indirettamente).
Quello che pratichiamo è la forma per giungere alla NON
FORMA.
Il Tai Chi Chuan si pratica per giungere al TAI
CHI, quest' ultimo è uno STATO DELL' ESSERE.
Si può raggiungere il TAI CHI anche attraverso altre
discipline e non raggiungerlo mai anche se per tutta la vita ho praticato il Tai
Chi Chuan.
Quando abbiamo raggiunto il TAI CHI allora abbiamo
raggiunto la SPIRITUALITÀ (anche se il termine “raggiungere” non è
esatto perché non c'è niente da raggiungere ma piuttosto da realizzare.
La pratica costante non serve per imparare un qualcosa ma
piuttosto per LIBERARLO. Ed errore dopo errore si smussano gli angoli
così da liberare la sfera, liberare il movimento: FREE MOVING INTERNAL ARTS.
Stefano Bernacchi
Aprile 2024
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